[9] Settembre profuma di carta nuova
(e di autunno in arrivo)
Settembre non inizia con il calendario: inizia con l’odore.
Un odore preciso, che ancora oggi, quando entro in cartoleria, mi fa tornare bambina: quello della carta nuova. Era un misto di quaderni appena stampati, copertine di plastica per rivestire i libri e pastelli pronti a colorare.
Bastava aprire il pacco di matite Giotto o la scatola dei pennarelli Carioca, e il mondo intero sembrava ricominciare da lì.
Il ritorno a scuola era fatto di emozioni contrastanti. C’era la malinconia delle giornate d’estate che si accorciavano, del costume da bagno lavato e riposto che sapevo non avrei più indossato fino all’anno dopo. Ma c’era anche un fremito nuovo, un nervosismo buono, quasi elettrico: la voglia di rivedere le amiche, di scoprire chi sarebbe stato il compagno di banco, di cominciare con quaderni bianchi pronti a riempirsi di scritte ordinate (almeno i primi giorni).
Preparare lo zaino, la sera prima, era un rito.
Io ci mettevo tutta la cura che potevo: astuccio ordinato con le penne in fila, gomme immacolate che sembravano piccole tavolette di zucchero, righello trasparente che luccicava sotto la luce della lampada. Lo zaino, il primo giorno, non pesava tanto per i libri quanto per l’entusiasmo.
E poi c’era la questione più importante: la merenda.
Molti portavano il panino imbottito, quello fatto a casa, con il profumo dell’affettato che invadeva i corridoi al suono della campanella. Io no, da buona figlia degli anni ’80 e ’90, anni in cui le merendine confezionate erano il simbolo di una modernità colorata e irresistibile. Nello zaino non mancava mai il succo nel brick, con la sua cannuccia sottile da infilare con decisione, e una merendina soffice, magari un po’ schiacciata dopo il tragitto, ma sempre capace di trasformare l’intervallo in un piccolo momento di festa.
Il suono della confezione che si strappa, le briciole che scappavano sulla maglia, le dita un po’ appiccicose: erano dettagli che facevano parte del rituale tanto quanto il morso stesso.
Ripensandoci oggi, con gli occhi e il palato di chi scrive di cibo e ama scoprire i sapori autentici del territorio, sorrido a quei ricordi. Se dovessi prepararmi adesso una “merenda da zaino”, probabilmente sceglierei una fetta di torta fatta in casa, semplice e soffice, o un piccolo panino dolce con confettura artigianale. Forse ora apprezzerei anche della frutta di stagione, fresca e croccante, da sgranocchiare in un attimo. Ma il cuore rimane legato a quell’attesa infantile: aprire lo zaino all’intervallo e sapere che lì dentro, avvolta nella sua carta colorata, mi aspettava una promessa di dolcezza.
E insieme al ritorno a scuola, settembre porta con sé anche l’inizio della mia stagione preferita: l’autunno.
Io lo aspetto sempre con impazienza, come un vecchio amico che torna dopo mesi di assenza. Desidero le prime mattine fresche, in cui l’aria frizza e quasi pizzica la pelle, i pomeriggi con la luce che diventa più dorata e morbida, le foglie che iniziano a cadere lente, tingendo le strade di giallo e arancione.
È la stagione delle zucche, che non vedo l’ora di portare in cucina in tutte le loro forme: vellutate calde, torte soffici, gnocchi morbidi da condire con burro fuso e salvia.
Ho scelto ottobre per le agognate vacanze, in un posto dove l’autunno e le decorazioni di Halloween saranno potenti e presenti: non vedo l’ora.
Una piccola avventura, un road trip: spero solo la salute ci accompagni con gentilezza.
Settembre, per me, è la promessa di tutto questo. È il mese dei nuovi inizi, delle agende che si riempiono, delle giornate che si accorciano ma diventano più raccolte, più intime. È un ponte tra l’entusiasmo dello zaino pronto per la scuola e il piacere dei pomeriggi d’autunno, magari con una fetta di torta tiepida e una tazza di tè fumante. E’ l’odore delle zuppe che ricominciamo a preparare, delle verdure che poi non sopporteremo più perché meno varie e colorate di quelle estive, ma che fanno bene al cuore e stomaco.
E voi, che ricordi avete di settembre?
Eravate da panino casalingo o da merendina confezionata?
Vi piaceva preparare lo zaino con cura, o lo lasciavate all’ultimo minuto?
E soprattutto: anche voi aspettate l’autunno con impazienza, o siete più tipi da estate senza fine?
In ogni caso, vi abbraccio.
A presto.




Essendo più attempata, il mio Settembre era ad Ottobre. Settembre era il mese ponte verso la scuola. I giorni al mare erano conclusi, si facevano i compiti delle vacanze. Mio padre prendeva qualche altro giorno di ferie e si andava dai nonni. Insomma un lento accomodarsi nell' autunno.
Riguardo le merende a scuola ricordo due tipologie. Chi, come me aveva la merenda fatta in casa. Nel mio caso il panino col pomodoro e un filo d'olio o una fetta di ciambella. E poi altre amiche che prima di entrare a scuola si fermavano a comprare focaccia o brioches, spesso krapfen che inevitabilmente provocavano sbrodolamenti vari e facevano alzare gli occhi al cielo alla maestra. Comunque rimane il ricordo di una ricreazione profumata di panificio, di pasticceria e di bucce di mandarini.
Bellissima, piena di ricordi condivisi e profumi irresistibili, che rappresentano anche il mio settembre!